Può un film di fantascienza, fra effettoni speciali, ologrammi e macchine volanti, suggerire quelle domande esistenziali radicali che dagli albori dell’umanità affiorano nelle coscienze meno distratte? Decisamente sì, se il regista del sequel è Denis Villeneuve, già splendido autore di Arrival (gran bel film, sempre di fantascienza, sul tema della tensione morale al dialogo fra specie di mondi diversi), e se, non senza rischi, il plot di partenza è il film cult di Ridley Scott quel Blade Runner del 1992 che inaugurò il filone del cinema cyberpunk e, dopo il quale, l’immaginario cinematografico fu irrimediabilmente segnato. Nelle sale italiane dal 5 ottobre, Blade Runner 2049 e’ un film riuscito: ottima sceneggiatura, fotografia magistrale, ambientazioni e atmosfere che rimandano all’originale ma che, con sobrio distacco, tracciano nuovi percorsi e nuovi sguardi nell’orizzonte del probabile futuro distopico che ci attende. Ryan Gosling (Drive, La la land, Crazy Stupid Love) presta ...