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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017

#Giornali&Giornalisti 2017

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2017 e dintorni. .. #GiornaliEGiornalisti #Upgrade2019 #GiornaliEGiornalisti2017 All'origine di alcune riflessioni e di un certo modo di interloquire con amici o conoscenti che esercitano la professione di giornalista, pubblicista, free lance e, perchè no, blogger, vi è una  battuta che don Giussani fece durante una  estate prima del Meeting a Renato Farina (una ottima penna che ha pagato caro il suo essere spesso fuori dal coro): «Vedo in Italia e nel mondo un terribile disfacimento educativo. Per questo dobbiamo fare attenzione a quelle persone tra noi che sono collocate in posizioni da cui dipende l’educazione di altri: gli insegnanti e i giornalisti».  In altra occasione, alcuni giornalisti presero   le mosse dalla frase finale di don Giussani, sempre nell’intervista a Farina: «A voi giornalisti chiedo la consapevolezza di essere alla radice della conversione del mondo: provate ad essere i portentosi provocatori della vita comune degli uomini». Si rivolgeva in bu

La preghiera del mattino dell'uomo moderno

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«La preghiera del mattino dell'uomo moderno è la lettura del giornale. Ci permette di situarci quotidianamente nel nostro mondo storico», scriveva Georg Wilhelm Friedrich Hegel La preghiera del mattino dell'uomo moderno è la lettura del giornale. Ci permette di situarci quotidianamente nel nostro mondo storico», scriveva Georg Wilhelm Friedrich Hegel Una delle più buone/cattive (?) abitudini prese ai tempi dei Social, ma praticata già in precedenza, sempre di buon mattino, magari al bar davanti un cappuccino fumante, con tre quotidiani davanti è sempre stata quella di una veloce rassegna stampa. Buona abitudine se ispirata all'aforisma di Hegel, confortata dal parere (interessato) di qualche amico/a giornalista, e da esigenze legate alla professione. Attività volta, anche, alla sublimazione di di quel desiderio personale di novità, di "qualcosa di nuovo" nell'orizzonte del quotidiano. Spesso in cerca di conferme autoreferenziali: vediamo se og