Nel futuro alla ricerca del padre per essere padri. Il “nuovo” Blade Runner, fra fantascienza esistenziale e futuro distopico
Può un film di fantascienza, fra effettoni speciali, ologrammi e macchine volanti, suggerire quelle domande esistenziali radicali che dagli albori dell’umanità affiorano nelle coscienze meno distratte? Decisamente sì, se il regista del sequel è Denis Villeneuve, già splendido autore di Arrival (gran bel film, sempre di fantascienza, sul tema della tensione morale al dialogo fra specie di mondi diversi), e se, non senza rischi, il plot di partenza è il film cult di Ridley Scott quel Blade Runner del 1992 che inaugurò il filone del cinema cyberpunk e, dopo il quale, l’immaginario cinematografico fu irrimediabilmente segnato.
Nelle sale italiane dal 5 ottobre, Blade Runner 2049 e’ un film riuscito: ottima sceneggiatura, fotografia magistrale, ambientazioni e atmosfere che rimandano all’originale ma che, con sobrio distacco, tracciano nuovi percorsi e nuovi sguardi nell’orizzonte del probabile futuro distopico che ci attende.
Ryan Gosling (Drive, La la land, Crazy Stupid Love) presta il volto all’erede dell’agente Deckard che, 30 anni dopo, si ritrova anche lui a cacciare androidi, esseri sì sintetici - creati in laboratorio - ma sempre più umani, umani al punto da desiderare di poter procreare. Il cuore del film sta in questo, così come il primo film seguiva il percorso delle creature verso il creatore, questa nuova storia vede i protagonisti alla ricerca di una impossibile (?) procreazione.
Cameo inevitabile (non è spoiler, tutti abbiamo visto il trailer) la presenza di Harrison Ford per un ideale passaggio di testimone, ma sarà proprio così?
Le citazioni ad altre pellicole non mancano: il Kubrick di 2001… e di Shining, I figli degli Uomini, Fuga da New York, Gattaca e altri, a voi il gusto di scoprirli.
Il film, decisamente lungo (163 minuti), con qualche lentezza ma con adeguati e inaspettati colpi di scena, si lascia guardare sino alla fine e la presenza di varie, bellissime e contraddittorie, figure femminili costituisce motivo di ulteriore interesse. Il regista gioca per tutto il tempo con lo spettatore impedendogli di comprendere subito chi fra i personaggi sia veramente umano e chi no. L’accento dei protagonisti però, umani, virtuali o artificiali è posto sulla capacità di amare, perdonare o sacrificarsi per l’altro, per un “altro” perché il miracolo è possibile.
Blade Runner 2049 – Regia Denis Villeuve
Filippo Sanna
Commenti
Posta un commento