dalla pagina al cosplay

Riprendo, come promesso, circa un mese fa, il tema del cosplay. Non mi soffermo sulla genesi di questo fenomeno nato in giappone negli anni ottanta, che vede giovani e giovanissimi, e non solo, "interpretare" i propri idoli degli anime (cartoon), dei manga (fumetti) fin nei minimi dettagli: costume, trucco, atteggiamento, pose, accessori e rituali. Fenomeno poi diffuso e dilatato in occidente e allargato ai personaggi del cinema, dei comics, della letteratura fantasy, dei videogame e dei cartoni animati in genere. Un tripudio di fantasia, di colori, di interpretazioni e reinterpretazioni. Passeggiando  fra le location degli eventi cosplay si ha la sensazione di aver fatto un viaggio con la macchina del tempo, giungendo in un'epoca indefinita ma che vede, in contemporanea, la presenza di storie, protagonisti e personaggi provenienti da più mondi. Una specie di multiverso. Il primo effetto è straniante.
Ciò che colpisce è la ricerca, quasi ossessiva, della ricostruzione di abiti, armi, accessori e dettagli, sino alle frasi cult e ai mantra ricorrenti che distinguono personaggi e serie. Canzoni e sigle. Incredibile!
Ma, tutto questo, non è quello che più mi ha colpito nei vari eventi che, dapprima a Sassari e poi Alghero, Roma, Cagliari sino a Lucca, ho vissuto di volta in volta come accompagnatore, genitore ed infine viaggiatore nei mondi della fantasia. Ciò che più mi ha colpito e che mi ha suggerito le brevi riflessioni che voglio condividere con voi è, ed è stato, quello che ho visto "oltre" i costumi, i colori e i riti cosplay. Sono rimasto affascinato dalla perizia espressa dai ragazzi e dalle ragazze in quello che si intuisce e, poi - parlando con loro e ascoltandoli - viene confermato: dietro al risultato finale di un cosplay vi sono passione, applicazione, studio, lavoro, ricerca, sperimentazione, confronto, sfida. Sono questi infatti i valori, tutti positivi, che stanno dietro un cosplay ben fatto. Dietro quel giovane Naruto o quella Taiga sul palco ci sono giorni frenetici e notti insonni di: ricerca delle fonti di ispirazione (manga, anime, cartoon, film, serie); studio scelta e approvvigionamento dei tessuti e dei materiali. Cucito, assemblaggio, costruzione artigianale di armi e accessori. Pittura, scultura, artigianato, modellismo e bricolage. Messa a punto delle coreografie per le esibizioni o per la semplice sfilata nelle location degli eventi Cosplay alla ricerca del fotografo (professionista o semplice appassionato) capace di restituire in uno scatto quell'immagine che fissa in modo indelebile il frutto di tanto ma tanto LAVORO. La capacità di lavoro è quello che colpisce di più fra i giovani cosplay. Sono loro, gli stessi che spesso sui media, sulla stampa che conta, nelle statistiche dei grandi istituti di ricerca, vengono classificati come "neet" , come quei giovani dai 15 ai 35 anni che - a sentire lorsignori - non studiano, non lavorano e non cercano lavoro. Qualcosa non quadra in questi cliché pregiudizievoli e affrettati. La passione le capacità organizzative e lo spirito di iniziativa che ho visto e sperimentato durante l'incontro con loro nei vari eventi citati inducono ben altre riflessioni e giudizi meno superficiali. Per approfondire il tema vi invito a visitare alcuni siti e profili FB e, previa adeguata documentazione, vi sfido a commentare quello che avete visto. Ne vedremo delle belle (si, anche tante gnocche!). Senza offesa, ma come si dice.... tira più un filo....

P.s. un ringraziamento particolare a Vincenzo,  Nyu, Giovanni Asura e ai ragazzi della associazione Sassari Cosplay per aver ravvivato la passione di un vecchio ragazzino cresciuto leggendo Salgari e Verne!!!


https://www.facebook.com/vincenzo.pilo2?ref=ts&fref=ts


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http://www.olbianova.it/notizies/item/due-cosplayer-olbiesi-vanno-a-lucca-e-sognano-una-fiera-in-citta?fb_action_ids=451774678277273&fb_action_types=og.likes&fb_source=other_multiline&action_object_map=%7B%22451774678277273%22%3A511404728955501%7D&action_type_map=%7B%22451774678277273%22%3A%22og.likes%22%7D&action_ref_map=%5B%5D








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