Hospiton ad Olbia, un bel libro in ristampa

La notizia che, a meno di un anno dalla sua uscita, il romanzo Hospiton della casa editrice Condaghes sarà ristampato mi ricorda che ne avevo curato una recensione per Gallura&Anglona, il periodico della Diocesi di Tempio Ampurias. Ve la ripropongo.



Allegati21/06/17

Recensioni

Hospiton

Hospiton, il nuovo lavoro letterario di Vindice Lecis, va ad arricchire la bella serie di romanzi storici avviata con la trilogia “giudicale” del 1200 (Buiakesos, Il condaghe segreto, Judikes), cui fece seguito Rapidum (120 d.C.) e Le pietre di Nur (VIII secolo a.C). Con la macchina del tempo, l'autore, in un continuo su' e giù fra le grandi pagine (spesso sconosciute ai più) della Storia di noi sardi, ancora una volta ci stupisce con la precisione dei dettagli storici e la ricostruzione fedele dell’epoca – le vicende politiche, i rapporti sociali, la religione, l’arte militare, la vita di servi e signori nelle città e nei villaggi – alternando alla invenzione narrativa che coinvolge il lettore calandolo pienamente in quei periodi storici densi di drammatici eventi e di personaggi – reali o inventati – forti e affascinanti, coinvolti in amori, intrighi, battaglie e lotte di potere.
Questa volta saremo trasportati nella Sardegna di fine VI secolo, sotto il dominio dei romani di Costantinopoli, durante la lunga guerra tra i bizantini e i barbaricini che giunge al termine. Il capo di questi ultimi, Ospitone (Hospiton), raggiunge un accordo di pace con il dux Zabarda, accettando di convertirsi al cristianesimo e riconoscendo il potere dell’imperatore Maurizio Tiberio. L’intesa è salutata dal papa Gregorio Magno con una lettera che nel maggio del 594 scrive al capo dei barbaricini “«Gregorio ad Ospitone (…) Poiché nessuno della tua gente è Cristiano, per questo so che sei il migliore di tutto il tuo popolo: perché sei Cristiano. Mentre infatti tutti i Barbaricini vivono come animali insensati, non conoscono il vero Dio, adorano legni e pietre, tu, per il solo fatto che veneri il vero Dio, hai dimostrato quanto sei superiore a tutti. Ma dovrai mettere in atto la Fede che hai accolto anche con le buone opere e con le parole, e al servizio di Cristo, in cui tu credi; dovrai impegnare la tua posizione di preminenza, conducendo a Lui quanti potrai, facendoli battezzare e ammonendoli a prediligere la vita eterna. (…) (Gregorio Magno, Epistula ad Hospitonem)

Un passaggio travagliato nella grande vicenda del Mediterraneo tra politica, religione, magia, usi e costumi degli antichi sardi. In una sua recente presentazione (innumerevoli i momenti del pellegrinare di Lecis, in giro per la Sardegna e non solo) ad Olbia, presso la Biblioteca Comunale Simpliciana 




- ad una nostra precisa domanda, con la quale gli chiedevamo se questi grandi personaggi del nostro passato avessero qualche messaggio valido per noi contemporanei - Lecis rispondeva “non ho mai avuto pretese di suggerire nulla ai miei lettori, mi piace pensare che, dopo aver finito un mio romanzo, a qualcuno venga voglia di andare ad approfondire eventi, luoghi e personaggi su altri libri e altre fonti, per recuperare il valore del nostro passato, spesso sconosciuto”.
Ad impreziosire ciascun volume, in appendice, un Glossario minimo con nomi propri degli antichi Sardi, uomini e donne, e sostantivi che l'autore, con parsimonia ma oculata scelta utilizza nel racconto aggiungendo sapore e unicità ai vari capitoli.

Hospiton di Vindice Lecis, editrice Condaghes


Filippo Sanna, lettore




Commenti

Post popolari in questo blog

Aspettando la #colletta14

la #colletta14 e l'anatocismo del cuore

La legge del desiderio e la colletta alimentare